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giovedì 9 giugno 2016

La Miseria!

Al lavoro, nei giorni corsi, mi è capitato di guardare dalla finestra del bagno ed ecco che cosa ho scoperto. 
Proprio lei: la Miseria
O meglio l'erba miseria, saldamene abbarbicata sul tetto sottostante, sicuramente “scappata” da qualche vecchio vaso.


La denominazione esatta dell'erba miseria è “Tradescantia”; deve il suo nome a Jonh Tradescant un giardiniere della corte del re Carlo I d'Inghilterra, che la importò in Europa dalla Virginia.

Probabilmente il nome erba miseria con cui è conosciuta deriva  dalla facilità con cui si propaga.  Come si vede dalla foto vive proprio di niente; certo dove si trova non beneficia nè di cure, né di concimi, ma solo di pioggia e di un po' di sole durante il giorno.
Se coltivata sul terreno striscia e ricopre in maniera anche invasiva superfici estese.

Appartiene alla famiglia delle Commelinacee ed è originaria dell'America. Ne esistono circa 70 specie, sia rustiche che da appartamento.

Per molto tempo è stata dimenticata in virtù di altre piante più decorative, ma oggi si è riscoperta per l'uso in giardini esterni come copertura del terreno o in giardini rocciosi, oppure, per il tipo ricadente, in cestoni ad arricchire i terrazzi. 

La Tradescantia si può riprodurre per seme o moltiplicare per divisione dei cespi o talea. La semina si può praticare a marzo, utilizzando terrine, riempite di composta da semi, in cassone freddo. Le nuove piantine devono essere ripicchettate in vassoi e poi trapiantate in vivaio dove dovranno essere lasciate per irrobustirsi fino ad ottobre. A questo punto sono pronte per essere messe a dimora o nei vasi. Bisogna ricordare che le piante ottenute da seme non sempre sono uguali alla pianta madre. 
Il metodo della divisione dei cespi viene di solito utilizzato per le piante coltivate in esterno: si esegue in aprile, ripiantando immediatamente i cespi divisi. Per le specie delicate (da serra o appartamento) si utilizza la moltiplicazione per talea apicale, che può essere prelevata da aprile a ottobre. Le talee, della lunghezza di 5-8 cm., radicano molto facilmente (anche in acqua) e di solito si “piantano”, in gruppetti di tre esemplari, in contenitori di 8 cm. di diametro, riempiti con una miscela di terriccio, torba e sabbia, mantenuta appena umida per evitare marciumi, alla temperatura di circa 15°C.
Le varietà a foglia variegata devono essere sottoposte a potatura (ovvero eliminazione) dei rami che portano foglie verdi. In generale cimare i nuovi getti favorisce l’infoltimento della pianta. T. sillamontana può essere anche tagliata raso terra a ogni primavera: vegeterà nuovamente e vigorosamente.

Gli esemplari più belli sono la zebrina, la fluminensis e la purpurea.

 



t. zebrina  
t.purpurea
 
t.fluminensis     

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